Chi è Rita?

Rita Borsellino, sorella di Paolo. Nata a Palermo il 2 giugno 1945 e – per usare le sue stesse parole – “rinata il 19 luglio 1992”. Il suo impegno sociale inizia dopo la strage mafiosa di via D’Amelio dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino, gli agenti della Polizia di Stato Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e sopravvisse l’agente Antonio Vullo. Nel settembre del 1992, alla ripresa delle attività scolastiche, ricevette la telefonata di una maestra della scuola elementare Raffaello Lambruschini del suo quartiere che la invitata a incontrare le bambine e i bambini per raccontar loro di quando accaduto in quella drammatica estate appena trascorsa. Da timida e riservata qual era, con grande spontaneità raccontò del suo amore per il fratello Paolo, rispondendo con spontaneità a tutte le curiosità che le venivano poste: se Paolo Borsellino avesse un cane, quale fosse il suo giocattolo preferito, sino al suo lavoro di magistrato, spiegando che che prepotenti non volevano lasciarlo lavorare, causando quel dolore dolore e tanta devastazione. Parole difficili, quanto rassicuranti. Emblematico del clima che si venne a creare in classe fu l’ultima domanda che le venne posta da un bambino, se da quel momento in poi avrebbero potuto chiamarlo zio Paolo.

Da questo momento e senza soluzione di continuità l’impegno di Rita nel tenere viva la memoria del fratello si intensifica: tiene numerosi incontri nelle scuole e conferenze; impegna i suoi sforzi per  costruire e sviluppare la coscienza antimafia in Sicilia e nel paese; da un dolore familiare e personale, elabora l’importanza di un impegno in una dimensione più collettiva; avverte la necessità di connettersi con quanto di positivo stava mobilitandosi nella società, con il messaggio forte di una Palermo impegnata: il Comitato dei lenzuoli, le Donne del digiuno, il Coordinamento antimafia, l’Arci, il Centro Peppino Impastato e numerosi altri gruppi e persone nonché familiari di vittime di mafia che operavano sparsi in tutto il territorio nazionale.

Nel ’94, insieme al comune impegno degli amici e delle amiche di Arci Sicilia, diede avvio alla prima Carovana Antimafia e successivamente, insieme a don Luigi Ciotti, ha partecipato alla costituzione dell’Associazione Libera contro le mafie, della quale è stata vicepresidente sino al ’95 e presidente onoraria fino al 2005. Inoltre dal 1998 è stata presidente onoraria dell’Associazione per la Ricerca “Piera Cutino” Onlus, un impegno in favore della qualità di vita dei pazienti talassemici. 

Con Libera partecipa attivamente alla promulgazione della legge di iniziativa popolare per il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, una petizione sostenuta con oltre un milione di firme e che il 7 marzo del 1996 vedrà l’approvazione in Parlamento della legge n. 109. Una grande svolta nel settore che, dopo l’intuizione della legge Rognoni-La Torre, rielabora la disciplina della destinazione dei beni confiscati, prevedendone il riutilizzo per fini sociali e indicando quali destinatari le organizzazioni del Terzo settore. 

Ed è proprio nel corso della partecipazione a una tappa della Carovana, che nel frattempo aveva assunto un rilievo internazionale, che a Ginevra, Rita, matura il convincimento di una sua partecipazione attiva alla vita politica intesa come il servizio più alto che si possa rendere alla società. Ed è così che mette a disposizione la sua candidatura per le elezioni primarie del candidato alla presidenza della Regione siciliana del centrosinistra che si svolsero nel 2005. A sostegno della sua candidatura nascono numerosi comitati spontanei in Sicilia e diverse altri centri d’Italia, segno di grande entusiasmo e della voglia di cambiamento da parte dei cittadini e cittadine.

All’esito della consultazione primaria, Rita ottiene oltre il 70% delle preferenze, superando lo sfidante Ferdinando Latteri, già Rettore dell’Università degli Studi di Catania, risultando la prima donna candidata alla presidenza della Regione in Sicilia. La campagna elettorale è stata accompagnata da grande entusiasmo giovanile che ha avuto una delle manifestazioni più belle nell’organizzazione del Ritaexpress, nonché caratterizzata dalla sperimentazione del metodo innovativo della partecipazione diretta di cittadini e cittadine attraverso la costituzioni dei Cantieri programmatici, luoghi di analisi ed elaborazione politica fra partiti, organizzazioni sindacali, datoriali e del Terzo che ha dato luogo alla stesura del Programma Partecipato, il programma di governo della coalizione. 

Alle elezioni regionali siciliane del 28 maggio 2006, nonostante Rita Borsellino ottenne oltre un milione di voti (1.078.179), un risultato inedito per il campo politico del centrosinistra, la maggioranza dei siciliani preferì l’uscente Salvatore Cuffaro, che, pur rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla mafia e rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, vinse con uno scarto di 300 mila voti. Nonostante la sconfitta Rita sarà componente dell’Assemblea regionale siciliana della XV legislatura, dal 2006 sino al 2008, quando Salvatore Cuffaro, a seguito della condanna in primo grado da parte della magistratura per i fatti a lui contestati, si dimetterà dalla carica di presidente.

Nel luglio 2008 il movimento che ha sostenuto e accompagnato la sua esperienza politica si costituirà in associazione con il nome Un’altra Storia e Rita assumerà la presidenza con il fine di promuovere pratiche di partecipazione e valorizzare dal basso una politica orientata al bene comune.

Alle elezioni europee del 2009, da indipendente è candidata capolista nella lista del Partito democratico per la circoscrizione Italia insulare (Sicilia-Sardegna) risultando eletta al Parlamento europeo con 229.971 suffragi. Al Parlamento europeo sarà iscritta al gruppo politico Gruppo S&D (Socialisti e Democratici) e componente della commissione Libe (Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni) e successivamente parteciperà ai lavori della Commissione parlamentare speciale Crim (Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro). 

Nell’ottobre del 2011, a partire da una riflessione comune con le persone a lei vicine e condividendo l’importanza dell’educazione, quale strumento di cambiamento e di crescita sociale, viene fondato il Centro Studi Ricerche e Documentazione Sicilia/Europa “Paolo Borsellino”.

Il 4 dicembre 2013 a Bruxelles, in occasione della intitolazione di un’aula della Commissione europea ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, rende pubblica la decisione di concludere la sua esperienza politica con il termine del mandato al Parlamento europeo, per continuare in altro modo e in altre forme il suo impegno politico e civile.

Il 7 novembre 2015 viene eletta presidente del Centro Studi Paolo Borsellino dichiarando che: “Fra le tante iniziative di questi primi anni di attività del Centro studi, ricordo con particolare emozione il nostro primo ingresso al carcere minorile di Palermo, il 19 gennaio di due anni fa, nel giorno del compleanno di mio fratello Paolo. Chiesi ai ragazzi quale significato potesse avere quello di festeggiare il compleanno di una persona che non c’è più. Uno di loro ci rispose: «Per ringraziarlo di averlo avuto!». Io penso che tutti insieme abbiamo il dovere di cambiare questa società, di renderla migliore per quelli che verranno. «Ognuno deve fare la sua parte: ognuno nel suo piccolo, ognuno per quello che può, ognuno per quello che sa», proprio come diceva Paolo. Noi siamo impegnati per realizzare questo passaggio di testimone ed intendiamo farlo con lo strumento della memoria operante. Abbiamo il dovere di trasmettere questa eredità ad altri, per costruirne futuro ed intendiamo continuare a mobilitarci «gioiosamente». Come diceva Antonino Caponnetto”.

Gli anni a seguire Rita Borsellino indirizzerà il suo impegno verso lo sviluppo del Centro studi Paolo Borsellino sino all’ultimo dei suoi giorni, il 15 Agosto 2018, quando a causa di una malattia incurabile, ci lascerà all’età di 73 anni.

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