Il 15 settembre ricorre il ventisettesimo anniversario della uccisione di Don Pino Puglisi, abbattuto dai Killer mafiosi al comando dei fratelli Graviano.Si è trattato di una esecuzione spietata e di inaudita crudeltà, che ha segnato il punto più basso e più vergognoso della strategia mafiosa di dominio e controllo del territorio, contro un prete che con grande determinazione era riuscito a segnare il quartiere di Brancaccio con la propria costante attività di socializzazione e aggregazione, rivolta ai giovani ed ai giovanissimi. Una colpa imperdonabile per i selvaggi mafiosi che non tolleravano ingerenze educative e culturali nel loro feudo.I killer di Don Pino hanno iniziato un fruttuosissimo percorso di collaborazione, mentre i mandanti dell’omicidio ed in particolare il capo mafioso incontrastato dell’epoca, Giuseppe Graviano, scontano la loro pena senza fine. Pur tuttavia Graviano continua a manifestare la propria tracotanza mafiosa in occasione della celebrazione dei processi che lo vedono imputato in varie sedi giudiziarie.Da protagonista della stagione delle stragi del 1992/ 1993, e della trattativa con lo Stato finalizzata ad imporre le inaccettabili pretese di Cosa Nostra e di tutte le altre associazioni di stampo mafioso del territorio nazionale, egli non perde occasione per rinnovare minacce e far balenare dichiarazioni clamorose nei confronti di coloro che richiesero il suo intervento criminale per predisporre il cambiamento radicale dei rapporti tra le mafie ed i nascenti soggetti politici locali e nazionali.Il “Centro Studi Ricerca e Documentazione -Sicilia Europa – Paolo e Rita Borsellino” ricorda con commozione Don Pino Puglisi, impegnandosi nelle attività di contaminazione sociale, culturale e democratica mediante la presenza nelle scuole ed i contatti con i giovani dei quartieri periferici della città.
Vittorio Teresi
Presidente
Centro studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa
“Paolo e Rita Borsellino”